Sicurezza in cantiere
Servizi per il Cantiere , Sicurezza sul LavoroIl cambiamento climatico può incidere sulla vita quotidiana e quindi sulla qualità del nostro lavoro? Sembrerebbe proprio di sì… Da una ricerca pubblicata su ScienceDirect, è emersa l’esistenza di una stretta correlazione tra infortuni e temperatura. Per il periodo 2006-2010 l’INAIL ha raccolto i dati attraverso il satellite delle temperature giornaliere in tutti gli 8.090 comuni italiani correlandole agli infortuni a livello comunale. Dai dati raccolti, i rischi professionali di lesioni per caldo e freddo sono risultati essere rispettivamente aumentati del 17% e del 23%, per un numero assoluto di infortuni sul lavoro per estremi di caldo e freddo pari a 5.211 all’anno.
IN CHE MODO IL CLIMA INCIDE SUL LAVORO?
Con i cambiamenti climatici, negli ultimi decenni, le ondate di calore sono diventate più frequenti e intense.
Ad esempio la regione mediterranea è stata identificata come zona maggiormente vulnerabile ai cambiamenti climatici e l’aumento della temperatura, è risultato più elevato che su scala globale.
L’esposizione al calore durante l’attività lavorativa può comportare una riduzione della produttività ed effetti negativi sulla salute dei lavoratori, quali disidratazione, spasmi e crescente rischio di lesioni che potrebbero essere associate a palmi sudati, occhiali di protezione appannati e disturbi cognitivi. Alla luce di tali effetti, il legame infortuni e temperatura rappresenta una problematica che si ripercuote sulla qualità del lavoro incidendo non solo sulla salute dei lavoratori ma che produce ricadute economiche.
CHI SONO I LAVORATORI PIÙ A RISCHIO?
Un rischio più elevato di infortunio nelle giornate calde è stato riscontrato tra maschi e giovani lavoratori (di età compresa tra 15 e 34 anni) impiegati in piccole e medie imprese, mentre nei giorni freddi è stato osservato il contrario. Mentre le donne e i lavoratori anziani sembrano essere più suscettibili a un infortunio sul lavoro se esposti a basse temperature.
Nello specifico gli operai edili (muratori, fabbri, meccanici, installatori e posatori di asfalto) hanno mostrato il più alto rischio di infortuni nelle giornate calde, mentre per i lavoratori dei settori pesca, trasporti, energia e distribuzione dell’acqua, sono risultate sfavorevoli le giornate fredde.
L‘inadeguata consapevolezza del pericolo è alla base delle motivazioni. Tale aspetto risulta rilevante e d’aiuto nella prevenzione del rischio, quindi nella definizione di misure di formazione e organizzazione del lavoro.
QUALI SONO I RISULTATI DELLA RICERCA?
I risultati dello studio mostrano una riduzione del numero d’infortuni avvenuta nel periodo 2006-2010 sia per gli uomini che per le donne. Più della metà degli infortuni sono riferiti a lavoratori di età compresa tra 35 e 60 anni. La maggior parte degli infortuni (37,9%) si è verificata nelle piccole imprese (<10 dipendenti) in base al contesto industriale italiano caratterizzato dalla prevalenza di piccole e medie imprese.
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